7/7 la mostra – Oleksandr Glyadelov – La Guerra (2014-2020)

Doppia inaugurazione, il 7 luglio alla Multisala Badia Grande. Nei locali della Badia verrà aperta anche una mostra fotografica di livello internazionale. Protagonista, uno dei più importanti fotografi ucraini, Oleksandr Glyadelov. Focus del suo obiettivo, l’Ucraina della guerra. Non quella scoppiata il 23 febbraio con l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito della Federazione Russa. Bensì l’Ucraina della guerra che non è stata (quasi) mai mostrata agli italiani.

A spiegarci la mostra è la sua curatrice, Kateryna Filyuk, ospite a sua volta del Letterando in Fest in un incontro in cui, assieme a Olena Moskalenko, affronteranno un tema a dir poco sconosciuto al pubblico italiano: Navigando nell’arte visiva e nella letteratura Ucraina in tempo di guerr

Seguiamo le parole di Kateryna Filyuk sulla mostra delle fotografie di Oleksandr Glyadelov:

“La mostra consiste di una piccola selezione di fotografie scattate da Glyadelov in Ucraina orientale, dove la guerra è in corso dal 2014. Oggi queste fotografie raccontano eventi storici che sembrano essersi inevitabilmente allontanati da noi nel tempo e nello spazio. La geografia delle ostilità è cambiata, ora sparse in tutto il paese, e la loro intensità è passata da picchi di attività e otto anni di relativa pace a bombardamenti quasi ininterrotti. l’essenza non è cambiata: la guerra porta sempre sofferenza, rovina e dolore – verità capitalizzate, lezioni di storia (dis)imparate.

L’Ucraina si trova ora nell’epicentro della guerra. Non per sua volontà, non per ambizioni geopolitiche. Il paese e le persone che lo abitano stanno difendendo il loro diritto all’autodeterminazione, alla libertà, il diritto alla loro storia, che non sarà riscritta per adattarsi alla grande narrazione imperialista, e alla loro terra. L’obiettivo è nobile, ma qual’è il prezzo quotidiano da pagare per raggiungerlo?

Oleksandr Glyadelov è un fotografo che è stato ferito nel 2014 mentre scattava vicino a Ilovaisk, durante una delle battaglie più sanguinose dell’Ucraina orientale. Il suo immenso archivio di fotografie è crudo, spaventoso e impossibile da non guardare, perché pone la guerra in un’altra dimensione: astratta, incommensurabile e crudele nella sua indifferenza ai destini umani. Gli orrori non scompaiono, tuttavia, attraverso la documentazione della vita quotidiana, le espressioni facciali dei soldati, i momenti di riposo, la tensione massima incisa sulla pellicola, appare qualcosa di profondamente umano – vulnerabilità, coraggio, dignità e vittoria.

Oleksandr Glyadelov preferisce non definirsi un fotografo di guerra, anche se ha ripetutamente fotografato in zone di conflitto, e credo di capire il perché – sarebbe meglio se questa professione non esistesse più”.

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